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al testo di Salvatore Solinas
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Una luce s’è accesa nel tramonto
Che rompe il cerchio nero delle nubi Respiro un’aria dolce di salsedine Che viola lontananze. Isola di noia e solitudine Sono fuggito d’Autunno Per fare il nido oltremare Ti ho lasciato il mio orgoglio La mia infelice ironia La mia pelle di serpente Essiccata al sole Mi giunge con il vento di ponente La tua voce… i ricordi I turbamenti della giovinezza Memorie dolorose Che credevo sepolte Ora il tuo dente amaro Avvelena i miei giorni Non tormentarmi o terra Profumata di vento Non provare a sedurmi Con le tue bianche spiagge Lievi come veli di sposa Con i tuoi sassi antichi I tuoi silenzi troppo lunghi e tristi Troppo loquaci ora Che il tempo della vita s’è abbreviato. Vorrei strapparti dalla pelle Come un vecchio tatuaggio Mi sei invece nel sangue E mi commuovi fino alle lacrime. Tu ancora comandi E se mi chiami Non potrò negarmi Dirti ancora di no. |
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